pagina 5 - speciale
Santa Barbara: efficienza, legalità 
e trasparenza
di Valentina Megna

nella foto da sinistra:
Paolo Cantaro, Barbara Cittadini, Francesco Crimaldi

 

 

 

Un'azienda di quasi 100 dipendenti a Gela in provincia di Caltanissetta, un ospedale modello creato da Enrico Mattei nel quartiere della Macchitella, nel cuore della città abbrutita da abusivismo e malanni di ogni genere, il progetto di darsi un modello di organizzazione in linea con cose in cui crede da sempre: l'onestà, la lotta contro gli sprechi, la trasparenza degli atti anche in relazione ai fornitori, un no deciso alla mafia e al racket. Francesco Crimaldi, medico quarantenne e amministratore delegato della Sogesa che è proprietaria della clinica Santa Barbara, non è nuovo a battaglie controcorrente e di impegno per la legalità. A costo di qualche rischio personale che lo ha costretto a prendere misure per difendersi, di cui preferisce non parlare. Cose che nulla hanno a che vedere con la gestione aziendale e il rapporto con i dipendenti: "Qualche momento di tensione può capitare - dice - ma siamo riusciti a risolverlo senza eccessi".

Lei è anche presidente dell'Aiop di Caltanissetta, l'associazione dell'ospedalità privata, e ha firmato di recente un protocollo di legalità con l'Asp 2 nissena guidata da Paolo Cantaro.
"Esatto. Il protocollo deriva dal "codice antimafia" redatto nel 2007 da Pier Luigi Vigna, Giovanni Fiandaca e Donato Masciandaro e adottato nel 2009 dal gruppo Italcementi e, in particolare, dalla controllata Calcestruzzi, come antidoto alle infiltrazioni mafiose. Il Codice è già stato apprezzato dalla Confindustria nazionale, dalla Banca d'Italia e dall'università Bocconi, ed è diventato punto di riferimento per la Regione siciliana che ha recentemente varato un codice antimafia per le pubbliche amministrazioni. E non è un caso che tutto parta da Caltanissetta dove nel 2007 gli imprenditori siciliani hanno lanciato la scelta di cambiare il codice interno dell'associazione e prevedendo l'espulsione per i collusi con la mafia e per chi paga il pizzo, ma non denuncia. Noi abbiamo già aderito alla campagna di Addiopizzo e crediamo molto in questo percorso".

Ma non è certo un punto di arrivo.
"Certo che no. Anzi, è un punto di partenza: il professore Fiandaca è al lavoro per limare e precisare alcune parti e adattare il codice a un settore come quello della sanità che ha logiche differenti rispetto al settore di Calcestruzzi. Del codice abbiamo parlato anche in sede regionale dove c'è una generale condivisione del percorso avviato a Gela l'altra volta. La presenza del presidente regionale Barbara Cittadini, del resto, aveva anche questo significato". 

Qual è il prossimo passo?
"C'è una seconda fase che riguarda direttamente la clinica Santa Barbara ed è quella di dotarsi di un modello di organizzazione che permetta di monitorare ogni attività dell'azienda con l'obiettivo di contrastare infiltrazioni, che sono sempre possibili e da cui bisogna guardarsi. Abbiamo firmato un protocollo con l'università di Palermo e, in particolare, con il dipartimento diretto da Giovanni Fiandaca per la mappatura dei rischi dell'azienda nell'ambito del D. Lgs. 231/2001". 

Sembrate focalizzati solo sulla legalità…
"Ovviamente no. Noi ci occupiamo di salute e di prevenzione. Vogliamo essere un'azienda integrata sul territorio e aperta. La visita alle nostre strutture del direttore generale dell'Asp 2 Paolo Cantaro è stato per noi un momento importante. Vogliamo continuare con le iniziative in collaborazione con il pubblico, magari contribuendo ad alcune campagne di screening che sono state lanciate o lo saranno. Ribadiamo la funzione sociale di chi si occupa di sanità. Noi siamo imprenditori e, ovviamente, l'obiettivo degli imprenditori è quello di fare profitto e utili. Ma gli utili vanno reinvestiti per migliorare la qualità, per creare nuovi servizi, per dare a un territorio così marginale quella sanità di eccellenza che si merita". 

Uno dei problemi dell'area è la mobilità sanitaria.
"Eccome: è di oltre il 30% dei pazienti. Noi privati ci offriamo come partner del pubblico per integrare l'offerta che è carente per alcune branche, in particolare l'oncologia, l'oculistica, la ginecologia e l'angioplastica".

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