Negli ultimi due anni stiamo assistendo a una grossa problematica sociale riguardante le pratiche d’invalidità civile. Passano molti mesi e addirittura anni prima di vedere concludere la propria pratica con la liquidazione finale. Per cercare di velocizzare l'intero processo, a partire dal primo gennaio 2010 sono state istituite nuove procedure che affidano la competenze del servizio all'Inps (fermo restando il ruolo dell'Asp per le visite di valutazione iniziale dei requisiti d’invalidità). Dunque, la Prefettura, che per anni, tramite la Commissione Invalidi Civili, si è occupata di tutta la parte burocratica, a partire dalle domande datate 2010 non ha più competenza in materia. In secondo luogo, le nuove procedure sfruttano la modalità telematica, in teoria più veloce e meno costosa. Sottolineo in teoria, perchè alle volte questo non accade.
Ad ogni modo, cosa cambia per il cittadino tra le vecchie procedure e le nuove? In primo luogo, entra in gioco la figura del medico di base. Sarà infatti il medico di famiglia a compilare e inviare telematicamente il certificato di domanda d’invalidità direttamente all'Inps. Procedura che costa al cittadino circa 50 euro. Dopo l'invio, tocca al patronato che fa un'altra richiesta telematica di "invito a visita". A questo punto iniziano i tempi d’attesa. Il richiedente, passato un certo periodo (purtroppo oggi variabile), riceve comunicazione della data fissata per la visita direttamente dall'Inps (via raccomandata postale o in alcuni casi via sms) o tramite il patronato che ha seguito la pratica. Se il soggetto è impossibilitato a muoversi e ha difficoltà a deambulare, nonostante la specifica già presente nel certificato inviato dal medico, il giorno della visita un familiare dovrà presentare alla commissione medica di valutazione un certificato d’intrasportabilità e poi attendere la visita domiciliare. In ogni caso, le visite mediche da quest'anno sono due e fatte da due commissioni mediche differenti: la prima di competenza dell'Asp 6, la seconda invece dell'Inps. Questo doppio passaggio è stato introdotto per evitare il fenomeno dei falsi invalidi. Il problema è che così purtroppo aumentano per i veri invalidi i tempi d’attesa.
Una volta passate le due visite, si deve aspettare di ricevere il verbale della Commissione medica nel quale è comunicata l'invalidità accertata e la percentuale assegnata, dalla quale poi dipende l'eventuale sussidio socioeconomico. Il minimo è il 74%. Se ci sono i requisiti, l'Inps invia al patronato di competenza il modello AP70 per la richiesta di liquidazione del sussidio, che va inviato sia telematicamente sia per raccomandata postale. Dall'invio verranno rilasciate due ricevute con un codice che indica il numero identificativo della pratica e attraverso il quale sia il cittadino titolare della domanda (o un familiare), sia il patronato devono poter ricevere informazioni sullo stato della propria pratica. Da questo punto in poi inizia il periodo di attesa, più o meno lungo, per la comunicazione di effettiva riscossione delle rate.
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