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L’esperienza del paziente con diabete, come reagire dopo “la scoperta”

La scoperta del diabete, purtroppo, accade quasi sempre per caso, ecco perché è definita una patologia infida e silente. Infatti, i suoi sintomi diventano riconoscibili, quando ha già fatto dei danni più o meno gravi. Quindi, bisogna reagire in modo deciso e determinato nonché informarsi il più possibile. Solo cosi si potrà opporre quella conoscenza e competenza che permetterà di combattere l’avversario con dignità ed ad armi pari. Oggi è più facile “riconoscerla”, considerata l’attenzione e l’interesse che la società dedica al Diabete, grazie anche alle numerosissime fonti d’informazioni sulla patologia di cui disponiamo. In un primo momento, i dubbi, le perplessità, il senso di solitudine e la paura faranno sentire tutto il loro peso fino al punto di volersi abbandonare ed attendere il compiersi degli eventi. Non si potrebbe commettere errore più grosso, grave ed imperdonabile. Quindi “necesse est” metabolizzare al più presto la realtà, cominciando, per prima cosa, a dare risposte chiare e complete ai dubbi e alle perplessità. Successivamente, bisogna fare sparire le paure e combattere il senso di solitudine. Diventa fondamentale entrare subito in stretto contatto prima con il medico di base, che costituisce il primo baluardo utile per fronteggiare la patologia. Poi, se necessario, bisogna relazionarsi con un centro diabetologico in cui opera un gruppo plurispecialistico di medici e non, considerata la natura complessa della malattia e le ben note complicanze. Ho volutamente e scientemente parlato di malattia non ricorrendo, come spesso accade, a definizioni o perifrasi forse più edulcorate ma meno rispondenti alla realtà dello status. Durante questo iter, è determinante l’informazione e la formazione raggiunta dal paziente per potere dialogare ed interfacciarsi con i vari attori che saranno coprotagonisti nella scena della nostra nuova vita. In questo modo, si fornisce loro quel contributo che sicuramente sarà prezioso per gestire al meglio la patologia. Sarà utile anche far parte di un’associazione dedicata, i cui dirigenti abbiano come imperativo morale di occuparsi e preoccuparsi esclusivamente di aiutare il paziente diabetico sostenendolo e supportandolo in tutti i bisogni. La famiglia, che rappresenta il primo e più importante punto di riferimento, va informata e preparata in modo preciso, scrupoloso e completo dato che può essere determinante il suo intervento in situazioni delicate fino al punto di salvare la vita del congiunto. Non chiudiamoci a riccio, non isoliamoci dal resto del mondo, non pecchiamo di presunzione illudendoci di potere fare tutto da soli, non è così! Abbiamo bisogno degli altri, presentandoci informati e consapevoli della nostra realtà, con l’impegno di parlarne con chi ci può aiutare a vivere in maniera dignitosa la nostra nuova vita. In ultimo, qualunque sia il credo religioso cui apparteniamo, è di vitale importanza fare riferimento ad un Essere superiore che ci aiuti, giorno per giorno, a trovare quella forza e serenità necessarie per potere dire “fiat voluntas Dei”.
Con lo spirito di servizio di sempre, sperando di essere stato utile, Vi saluto dandoVi appuntamento a presto.
Benedetto Alabastro

di Redazione

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