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Castellacci: “Prima di iniziare qualunque attività sportiva sottoporsi al test d’idoneità. E’ il passaporto per la vita”

Il Prof. Enrico Castellacci ama la nostra Isola della quale, attraverso le collaborazioni intraprese con alcuni studi dell’Isola, ha imparato a conoscere ed apprezzare il calore e la cordialità della sua gente. Il chirurgo-ortopedico di fama mondiale e medico della nostra Nazionale di calcio ogni mese è a Palermo ospite di uno studio medico specialistico per offrire consulenze specialistiche. I casi che necessitano di intervento vengono poi seguiti in strutture convenzionate e non della Toscana, nelle quali il Prof. Castellacci esegue interventi di chirurgia ortopedica tradizionale (dalla protesica a quella legamentosa a quella sportiva) fino a quella sperimentale attraverso l’impiego delle cellule staminali di cui è orgoglioso d’essere stato antesignano in Italia. Sono numerosi gli atleti di fama mondiale che sono passati sotto le sue mani, sia dal punto di vista medico che chirurgico, da Gattuso, a Buffon, da Borriello a Cannavaro, e tantissimi i ciclisti. Tuttavia, il professore non si formalizza, dichiarando che non è solo il medico dei Campioni, ma, anzitutto, un ortopedico e come tale si occupa sia degli sportivi che della gente comune. Certo è che, l’avere dedicato gran parte della sua attività al settore sportivo, nel quale si cercano tecniche e terapie sempre più innovative al fine di favorire il recupero in tempi brevissimi degli atleti, fa sì che le stesse possano essere estese anche ai pazienti comuni. Il prof. Castellacci non è solo il medico della Nazionale, è uno dei pionieri della chirurgia sperimentale. Essere il medico della Nazionale è la sua attività e anche il suo orgoglio, ma ciò che lo appassiona è la ricerca, che rappresenta un momento centrale della sua vita. Il Professore opera presso l’ospedale di Lucca nel quale dirige il Centro Ricerche e Chirurgia d’Ingegneria Tissutale. Da anni si occupa, sia dal punto di vista scientifico che chirurgico, di trapianti cellulari, di fattori di crescita e dell’utilizzo di cellule staminali. Secondo il chirurgo, l’ingegneria tissutale è il futuro. Occorre sicuramente essere cauti e affrontare l’argomento con equilibrio e razionalità, ma il loro impiego così come quello dei fattori di crescita può aiutare a migliorare e, in alcuni casi, a risolvere anche gravi patologie. Al di là di tutte le polemiche che ruotano intorno a quest’argomento, si dichiara tranquillo perché usa cellule staminali adulte e non con quelle embrionali soggette ai problematiche di tipo etico. Le staminali stanno dando grandi soddisfazioni nella ricostruzione delle cartilagini, quelle che, come diceva un vecchio chirurgo, rappresentavano, prima di oggi, la tomba dell’ortopedico, qualunque trattamento non era mai completamente risolutivo. I risultati sono soprattutto laddove la lesione cartilaginea non è provocata da un processo artrosico, che è in grado di corrodere anche la cartilagine trapiantata. I fattori di crescita,invece, sono gli attivatori delle staminali. Sono in grado di stimolare la rigenerazione delle cellule che compongono la cartilagine, rivelandosi utilissimi nelle lesioni tendinee, muscolari e articolari.
Alla domanda su quali siano i traumi più frequenti negli atleti, il prof. Castellacci risponde che dipende dal tipo di sport praticato. Nel ciclismo, per esempio, sono più diffusi quelli riguardanti la clavicola o la rotula, in ambito calcistico, invece, le lesioni principe sono quelle muscolari e i traumi discorsivi a carico soprattutto delle ginocchia e delle caviglie (la cui soluzione è quasi sempre chirurgica), causati delle continue sollecitazioni cui queste strutture sono sottoposte, spesso senza i necessari tempi di recupero, delle condizioni climatiche e del terreno durante le partite. I danni sono sotto gli occhi di tutti come distorsioni, strappi, stiramenti che rappresentano una disgrazia per il settore. Lo sport praticato a livelli massacranti per anni può essere responsabile di malattie usuranti del sistema muscolare e miotendineo.
Fino a che punto si può dire che lo sport faccia bene?
Secondo il medico, non certo quello agonistico, per quanto fin qui si è detto. Ideale per la salute dell’organismo è praticare un’attività fisica costante ed equilibrata, due-tre volte la settimana, da accompagnare sempre ad una corretta alimentazione. Il prof. Castellacci è anche prodigo di consigli per chi pratica lo sport a livello amatoriale, consigliando, innanzitutto, di effettuare il test d’idoneità, prima di intraprendere qualunque attività sportiva che sia il nuoto, la palestra, il footing, ecc. Sottoporsi a questo test è fondamentale per individuare in tempo un’eventuale anomalia cardiaca o di altra natura, specialmente oggi che in Italia non ci sono gli screening obbligatori della visita militare o quelli scolastici.
Mai arrivare a fare attività fisica e sportiva senza prima aver fatto un test che permette di valutare le proprie condizioni fisiche, è un passaporto per la vita.
Giusy Egiziana Munda

di Giusy Egiziana Munda

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