In Sicilia la povertà tra gli anziani cresce ancora

L’età senile è sempre stata ritenuta come una meta agognata per chi ha lavorato per anni, non curandosi delle possibili difficoltà di salute ed economiche. Per molti versi, le pensioni dei nonni hanno alimentato in maniera crescente il reddito sempre più asfittico di figli e nipoti di fronte ad un mercato del lavoro povero e mal gestito. Ora, secondo le analisi dei sindacati, anche gli anziani hanno difficoltà crescenti, complice un caro-vita dovuto all’euro, vera moneta ammazza-redditi. In questo contesto, le risorse sempre più scarse sono mal utilizzate dalla classe dirigente siciliana, legata a vecchie mentalità oggi del tutto insufficienti per governare la nostra società in involuzione. Non a caso, il maggior numero delle pensioni, ben quasi 600 mila, supera di poco gli 800 euro, mentre 445 mila poco più di 400 euro
In Sicilia gli over 65 sono 1.012.951 pari al 20% della popolazione complessiva e l’indice di vecchiaia è pari a 137,5, ogni 100 giovani vi sono più di 137 ultrasessantacinquenni. Intanto, cresce la disoccupazione giovanile, oltre il 40%, e questo conferma che l’unico parafulmine per le famiglie, resta la pensione dei nonni, vero e proprio ‘ammortizzatore sociale’. “Lo ribadiamo da anni, un vero welfare a favore degli anziani e dei più deboli, con qualificate politiche sociali e sanitarie, con adeguate risorse può consentire la sopravvivenza della famiglie, in questo momento cosi difficile” ha affermato Alfio Giulio segretario generale Fnp Cisl Sicilia, durante i lavori dell’assemblea programmatica e organizzativa della Federazione che si è svolta al Mondello Palace di Palermo. Le famiglie povere in Sicilia ormai sono il 41 per cento, e il maggior numero delle pensioni, ben quasi 600 mila, superano di poco gli 800 euro mentre 445 mila poco più di 400 euro. Bassa in Sicilia, rispetto alle altre città italiane (159 euro di Milano o i 113 di Varese), la spesa procapite destinata agli interventi sociali e ai servizi, 86 euro a Palermo, 75 a Catania, 91 a Ragusa, 70 a Trapani, la più bassa Messina 59 euro. “La nostra regione è sull’orlo di una frattura sociale –ha aggiunto Giulio, finora la classe politica ha mostrato solo incapacità nella gestione delle poche risorse a disposizione, il caso dei fondi Pac in ritardo in molti comuni, ne è la prova”. “Saremo sempre più sentinelle – ha ribadito Giulio – solleciteremo sempre di più, come facciamo da tempo, partendo dal protocollo d’intesa regionale sulle politiche sociali affinché Regione ed enti locali potenzino i servizi socio-sanitari soprattutto nelle province, e vengano spesi al meglio e non vengano persi i fondi Pac per l’assistenza domiciliare”. Fondamentale anche “la redistribuzione del reddito in modo più equo. I pensionati vogliono pagare le tasse ma lo vogliono fare con equità e giustizia sociale”. L’allarme sul rischio di perdere i fondi Pac per l’assistenza domiciliare degli anziani e per l’infanzia giunge dell’assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali, Bruno Caruso intervenuto ai lavori. “Rischiamo di perdere queste somme, bisogna richiamare alla responsabilità i sindaci, troppe amministrazioni locali non sono state in grado di portare avanti un’adeguata progettazione per l’utilizzo dei fondi e molti progetti non sono stati approvati.
Siamo consapevoli che bisogna rivedere il modello di gestione della spesa sociale e per questo collaboreremo con i sindacati. Non possiamo permetterci di perdere queste somme, dato che non disponiamo di nostre risorse, sarebbe un fatto gravissimo, i meccanismi di gestione devo essere rivisti”. All’assemblea sono intervenuti anche i segretari generali Cisl Sicilia Mimmo Milazzo e Fnp Cisl nazionale Gigi Bonfanti.
“Il governo nazionale deve ridiscutere il ruolo dei pensionati in questo paese e la loro collazione economica – ha spiegato Bonfanti –, da tempo proponiamo un patto generazionale per conciliare le esigenze di chi deve andare in pensione con quelle dei giovani in cerca di lavoro, ormai il 40%, e per farlo bisogna partire dalla modifica della legge Fornero, con una maggiore flessibilità in uscita. Non possiamo costringere i lavoratori a lavorare fino a tarda età e non dare una risposta ai giovani disoccupati.
Ormai sono sempre di più i pensionati vivono sulla soglia della povertà, bisogna inserire la rivalutazione delle pensioni, il governo nazionale deve dare risposte certe”.
E interventi urgenti a favore dei pensionati sono necessari soprattutto in Sicilia .
“Da tempo – ha concluso Mimmo Milazzo segretario Cisl Sicilia – abbiamo impostato la nostra azione sulle politiche sociali, sull’utilizzo del fondo di azione e coesione, sulla richiesta di modifica del meccanismo degli appalti nel settore per individuare criteri più trasparenti.
In questa direzione il protocollo firmato con la Regione sulle politiche sociali, per controllare la spesa in ogni territorio, è un buon punto di inizio e un risultato importante, ma bisogna fare di più.
Bisogna invertire la rotta, la povertà è sempre più diffusa in Sicilia, è ora che il governo regionale dia segnali concreti di svolta, abbiamo bisogno di discutere di una nuova politica socio-sanitaria nell’Isola.
È necessario rivedere la programmazione della spesa regionale, altrimenti in Sicilia sarà la deriva”.

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