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Nasce il nuovo Ministero delle Disabilità per oltre 3 milioni di persone


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Il nuovo governo italiano istituisce un Ministero dedicato alle disabilità, cosa che costituisce una novità vista l’assenza d’interesse verso quest’aspetto dei precedenti governi.

Il nuovo Ministero, le cui competenze e l’efficacia delle azioni si potranno giudicare tra due anni, dovrà occuparsi primariamente di 1,5 milioni di persone con limitazioni fisiche e 2 milioni con alcune limitazioni nelle loro funzioni quotidiane quando ci si riferisce alle attività di cura della persona, come vestirsi o spogliarsi, lavarsi mani, viso, o il corpo o tagliare e mangiare il cibo.

Un aiuto potrebbe venire dalla legge sul “dopo di noi”, poiché l’elenco dei richiedenti e dei beneficiari permetterà una ricognizione più puntuale dei dati.

Secondo quanto rilevato dall’Istat, ci sono 1,5 milioni di persone con limitazioni fisiche e 2 milioni con alcune limitazioni nelle loro funzioni quotidiane.

Ben 900 mila hanno difficoltà nella comunicazione e 1,4 milioni sono costrette a letto o nella loro abitazione. Oltre 1,8 milioni sono i disabili gravi e la metà di questi con meno di 65 anni non riceve aiuti dai servizi pubblici.

Il nuovo dicastero, riunendo competenze ad oggi suddivise tra diversi ministeri, si occuperà di questi milioni di cittadini in difficoltà.

Tuttavia, quando una persona è considerata con limitazioni funzionali? Si parla di persone con limitazioni funzionali per riferirsi alla popolazione che presenta difficoltà in una o più di queste dimensioni, quella fisica, che investe la sfera di autonomia nelle funzioni quotidiane o l’ambito della comunicazione.

La dimensione fisica si riferisce alle funzioni del movimento e della locomozione, che coinvolge circa 1,5 milioni di persone, pari al 2,6% della popolazione di sei anni e più.

Quasi 2 milioni di persone sono colpite nella sfera di autonomia nelle funzioni quotidiane, (ci si riferisce alle attività di cura della persona, come vestirsi o spogliarsi, lavarsi mani, viso, o il corpo, tagliare e mangiare il cibo, ecc.).

Circa 900 mila persone sono limitate nell’ambito della comunicazione, che riguarda le funzioni della vista, dell’udito e della parola. Poi, vi sono infine 1 milione e 400 mila persone, che riferiscono di essere costrette a stare a letto, su una sedia o a rimanere nella propria abitazione per impedimenti di tipo fisico o psichico.

Finora, non si dispone ancora di una puntuale quantificazione della platea delle persone con disabilità grave. Ricorrendo all’archivio dei beneficiari delle prestazioni pensionistiche Inps, è possibile approssimare l’attuale stato di disabilità grave in Italia.

Nel 2014, al netto delle persone ospiti presso presidi socio-assistenziali, i percettori d’indennità di accompagnamento, risultano pari a 1.858.440 individui.

In tal senso potrà tornare utile la legge sul “dopo di noi”. Con l’elenco dei richiedenti e beneficiari si potrà sviluppare, nei prossimi anni, una ricognizione più puntuale dei dati.

Focalizzando l’attenzione sulle circa 52 mila persone che vivono sole, il 23% usufruisce di assistenza erogata da servizi pubblici (sanitaria o socio- sanitaria), il 15,5% paga l’assistenza a domicilio (non sanitaria per le attività di cura della persona). In caso di necessità, il 54% ricorre solo all’aiuto di familiari non conviventi (28 mila persone).

Una quota del 19%, pari a circa 10 mila persone, non può contare su alcun aiuto. Si tratta di un segmento di disabili gravi per i quali il “dopo di noi” è già iniziato, ma la cui legge non sembra essere pienamente apprezzata dal neo ministro Fontana:

“Modificheremo la legge sul ‘dopo di noi’. Voglio analizzarla prima bene per capire cosa c’è di positivo e cosa si può invece di migliorare”.

Redazione

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