iniezioni

Le iniezioni intramuscolari, istruzioni per l’uso

Da sempre le regioni glutee rappresentano la sede elettiva per l’esecuzione d’iniezioni intramuscolari. La zona prescelta per la puntura è, di solito, localizzata al quadrante supero-esterno della natica (dopo aver suddiviso il gluteo in quattro quadranti uguali per mezzo di due linee perpendicolari), o all’esterno della linea obliqua congiungente la spina iliaca posteriore al grande trocantere. Tale scelta zonale è determinata dal fatto che il grande gluteo rappresenta una massa muscolare consistente e ben vascolarizzata per l’assorbimento del liquido iniettato, che il pannicolo adiposo ivi presente non è molto spesso e che nei suddetti punti non vi sono formazioni vasculo-nervose importanti che possono accidentalmente essere lese. Tuttavia, in certi casi quali protratte terapie iniettive, lesioni da decubito in pazienti lungodegenti o in infermi disabili o con scarsa mobilità, si rende necessario ricercare sedi alternative di puntura. Anche queste, però, debbono ricercarsi ove siano presenti masse ben rappresentate e facilmente raggiungibili come ad es. il quadricipite femorale in zona intermedia superiore, il deltoide, e nell’uomo il grande pettorale nel punto di mezzo fra la linea congiungente il capezzolo al terzo medio clavicolare. Queste sedi alternative sono a volte poco gradite perché considerate più dolorose. Per eseguire un’iniezione intramuscolare, è necessario l’uso di siringa monouso, l’uso di ago, la conoscenza d’intolleranze allergiche nel paziente al prodotto da iniettare, il tranquillizzare il paziente specie se s’inietta in sedi alternative al gluteo. Poi, occorre disinfettare bene la regione da pungere sollevandola leggermente (a guisa di pizzicotto, ciò attenuerà il dolore all’impatto dell’ago sulla cute), tenere sempre perpendicolari la siringa e l’ago rispetto alla superficie cutanea, evitando bruschi movimenti ed indecisione al momento dell’infissione. In seguito, bisogna evitare l’introduzione troppo superficiale dell’ago per non iniettare il farmaco nel tessuto adiposo sottocutaneo invece che nel contesto muscolare, provocando in tal modo un difettoso assorbimento e una possibilità di reazione da corpo estraneo. Poi, occorre aspirare sempre dopo introduzione dell’ago per essere sicuri di non essere casualmente penetrati in un vaso sanguigno. In tal caso nella siringa apparirà il sangue e bisognerà ritirare leggermente l’ago, preferibilmente cambiando siringa e scegliendo un altro punto di inoculazione ad es. nell’altro gluteo. Non ultimo, è necessario iniettare sempre molto lentamente specie se trattasi di sostanze di cospicuo volume oleose o diluite con fisiologica e massaggiare circolarmente la zona dell’inoculazione delicatamente per qualche secondo. È bene usare aghi sottili, molta attenzione e delicatezza nei soggetti in terapia anticoagulante, ove le iniezioni intramuscolari devono limitarsi per il rischio di ematomi e dove è consigliabile effettuare una prolungata compressione. Infine, occorre evitare di pungersi, tenendosi lontani da zone cutanee infiammate, edematose, o lese per traumi o recenti ferite. Fatto scrupolosamente quanto suddetto, se nella sede dell’iniezione dovesse persistere una tumefazione arrossata e calda al tatto, indice di un difficoltoso assorbimento del liquido iniettato, dopo qualche giorno di terapia farmacologica locale coadiuvata da impacchi caldo-umidi o di alcool, occorre rivolgersi ad un ambulatorio chirurgico per escludere un’evoluzione ascessuale del processo, risolvibile il più delle volte solo chirurgicamente.
Dott. Gaetano Giardina
Medico Chirurgo

di Dott. Gaetano Giardina

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