suicidio

Questione suicidi, non possiamo permetterci di abbassare la guardia


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L’International Survivors of Suicide Day si è tenuto, di recente, presso la Sala delle carrozze in Villa Niscemi (Palermo). Il XVII Convegno Nazionale, curato dall’A.F.I.Pre.S. Marco Saura, in occasione della Giornata Internazionale dei Sopravvissuti al Suicidio, ha sensibilizzato la cittadinanza ai temi del dolore, della perdita di un proprio caro e del lutto. L’Associazione Famiglie Italiane per la Prevenzione del Suicidio in memoria di Marco Saura opera a Palermo è da più di 20 anni pone al centro della sua Missione la Prevenzione del Suicidio, la lotta allo stigma e l’elaborazione del lutto nei parenti sopravvissuti (Survivors). Il 22 novembre, il mondo celebra la “Giornata Internazionale dei Sopravvissuti al suicidio”, così come è definita la popolazione di quelle persone che hanno perso una persona cara a causa di un suicidio. Quest’anno in Italia, una rete di Associazioni ed operatori nel campo della prevenzione del suicidio e dell’assistenza ai sopravvissuti, ha deciso di organizzare insieme questa giornata su tutto il territorio Nazionale, in modo tale da dare una voce comune al disagio e allo stigma. Secondo i dati prodotti dalla World Health Organization, nel 2012 ammontano a un milione le vittime di suicidio e nel 2020 potrebbero salire ad 1 milione e mezzo. Si tratta prima di tutto d’imprenditori, poi di artigiani, di operai e di dipendenti che hanno perso il lavoro, quasi tutti con problemi economici. È l’immagine prodotta dai media nel dar conto di una serie di suicidi, tra cui giovani, anziani, imprenditori, carcerati e parenti sopravvissuti. Ma è questa la verità? Si può trovare un filo comune a queste tragedie? Soprattutto, sono drammaticamente in crescita, o piuttosto è la loro visibilità mediatica ad essere ben diversa rispetto al passato? Qual è il filo comune? I ricercatori hanno reclutato in un periodo compreso tra il 1993 e il 2005 un totale di 181 pazienti (67 uomini, età media = 35,45 anni) della Suicide Prevention Clinic dell’Ospedale dell’Università di Karolinska, Stoccolma. Il principale criterio di inclusione nel campione prevedeva che i soggetti avessero compiuto recentemente un tentativo di suicidio (non più di un mese prima). È stato così rilevato che il 91% del campione riportava un disturbo in Asse I (75% disturbi dell’umore), mentre il 33% riportava un disturbo in Asse II (17% disturbo borderline di personalità). Il lutto è un’esperienza, emotiva, comportamentale e sociale con la quale ognuno prima o poi deve confrontarsi. Possiamo definirlo come una reazione alla perdita di una persona cara, anche se una reazione simile è sperimentata anche da chi vive altri tipi di perdita, ad esempio di una posizione professionale, di un ruolo nel contesto sociale, ecc. Il lutto è quindi un’esperienza personale che comporta delle reazioni e richiede delle strategie per essere affrontato (strategie di coping). Il termine “lutto traumatico” unisce in sé due concetti, quello del lutto e quello della morte traumatica, descrivendo il dolore per la perdita di una persona cara per cause improvvise, inaspettate e violente, come incidenti stradali o sul lavoro, suicidio, omicidio e catastrofe naturale. Questo tipo di lutto si differenzia dagli altri per la causa esterna della morte e per i vissuti tipici del Disturbo Post-Traumatico da Stress che spesso accompagnano il dolore da lutto. Ad esempio il sopravvissuto potrebbe rivivere l’evento, avendo delle immagini intrusive e ricorrenti che possono portare ad un intenso stato d’ansia. Secondo le stime, ogni anno 180.000 individui divengono Survivors. Interessante l’intervento, fra i Rappresentanti delle Istituzioni pubbliche presenti, del Senatore Giuseppe Lumia che ha focalizzato, sulla risposta a cosa fare nell’ambito Prevenzione, su “Suicidio, servono integrazione sociosanitaria e welfare personalizzato”.
L’intervento è stato condiviso dalla Dott.ssa Rita Barbera che ha evidenziato la situazione all’interno delle carceri siciliane del dramma suicidio che coinvolge vittime, familiari e gli operatori degli istituzioni penitenziari; dall’Università (Prof. Daniele La Barbera, Antonio Francomano, Giovanna Perricone) e dal Forum delle Associazioni familiari della Sicilia. Nel ringraziare tutti i rappresentanti delle Istituzioni presenti coinvolte nella tematica della prevenzione che con grande sensibilità e generosità hanno supportato questa iniziativa, l’A.F.I.Pre.S. auspica che si possa implementare una rete nazionale di supporto al lutto. Perciò, si spera di promuovere un forum nazionale per la discussione ed eventualmente la formazione di chi intenda fornire il loro aiuto ad altri in modo tecnicamente avanzato.
Livia Nuccio e Viviana Cutaia

di Redazione

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