Il colon irritabile è una malattia?

Quando il medico diagnostica un “colon irritabile” spesso il paziente rimane deluso,interpretrando tale conclusione diagnostica come generica. In realtà, la sindrome da colon irritabile rappresenta la più probabile diagnosi in pazienti che lamentano disturbi a carico dell’apparato gastroenterico. Spesso i disturbi compaiono in età precoce. In genere, è riferito un “senso di fastidio allo stomaco” datante da molto tempo. I malesseri hanno gravità variabile e compaiono o scompaiono, in modo a volte imprevedibile, nell’ambito di un decorso cronico che simula, inizialmente, un episodio gastroenterico acuto. La sindrome da colon irritabile rappresenta, probabilmente, l’esempio migliore di malattia psicosomatica come si evince da un’attenta e competente valutazione del paziente che evidenzia, in modo chiaro, la base emotiva della sintomatologia. Insomma, il soggetto sviluppa l’abitudine a reagire ai suoi problemi, interessando l’apparato digerente! Isteria, depressione, comportamenti ossessivo-compulsivi sono spesso riscontrati nei pazienti con colon irritabile, esasperati da quotidiane forti tensioni emotive. Tale malattia colpisce tutte le età, con predilezione per giovani, adulti di media età, e donne (rapporto donne/uomo di 2 a 1). I sintomi principali sono costipazione e dolore addominale, intermittente diarrea senza coliche o la più comune alternanza di diarrea e costipazione. Spesso, in pazienti che esordiscono con stipsi, il dolore addominale è localizzato soprattutto ai quadranti addominali inferiori di sinistra (colon-sigma) e spesso alleviato dall’emissione delle feci. La diarrea compare di solito al mattino (al risveglio o dopo colazione) e cessa in genere dopo tre o quattro scariche. Le feci sono descritte pastose, nastriformi e tale stato, che può durare varie settimane e addirittura mesi, può poi scomparire spontaneamente ed imprevedibilmente per vario tempo. Tale malattia interessa tutto il tratto del canale gastroenterico, la cui anomalia principale diviene un’alterazione della motilità con alterazioni di frequenza e di ampiezza dell’onda peristaltica. Per onda peristaltica s’intende il movimento continuo dell’intestino (simile appunto al movimento di un’onda) che permette l’assimilazione delle sostanze nutritive del cibo che mangiamo sino all’espulsione delle scorie alimentari con le feci. L’alterata motilità dell’intestino dà luogo sofferenze (riferite od obiettive) che possono, specie in fase acuta, disorientare anche il medico più attento. Nella variante spastica il tono del colon a riposo è aumentato, a differenza del colon irritabile con diarrea cronica ove il colon a riposo si presenta con tono ridotto. Durante la visita, l’addome, disteso, specie durante il dolore, beneficia della palpazione e compressione addominale, che, a differenza delle infiammazioni enteriche, attenuano il dolore. L’esame colturale e parassitologico delle feci, clisma opaco, ricerca del sangue occulto fecale, se necessari e opportunamente consigliati dallo specialista, chiariranno eventuali altri possibili dubbi diagnostici (enteropatie infiammatorie o tumori) rassicurando il malato. Più che uno specifico trattamento farmacologico, oggi, risulta efficace la psicoterapia, tendente a focalizzare l’attenzione del paziente sull’autoanalisi e sul rapporto fra tensione psicologica ed esacerbazione sintomatologica, in una prospettiva integrata d’intervento.

Dott. Giardina Gaetano Dirigente Chirurgo Emerito

di Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *