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Comunicato Stampa: Ospedali Siciliani 500 morti in un anno

Tagli sulla sanità? L’associazione Nazionale per le Infezioni Ossee chiede il taglio delle teste.
Ora basta vogliamo discutere con il Presidente della Regione e con l’Assessore alla Salute davanti al Prefetto.

Ormai la corda è molto tesa e non ci sono i presupposti per un dialogo sereno.

Il Segretario Nazionale dell’ANIO Girolamo Calsabianca, ha chiesto al Prefetto di convocare un tavolo di confronto con il Governatore e l’Assessore alla Salute, al fine di decidere il piano di ristrutturazioni delle ortopedie siciliane.

ANIO ha condotto un monitoraggio in tutta Italia sul dato raccolto dal Ministero della Salute, e i numeri emersi sono sconcertanti: circa 500 morti l’anno nei reparti di ortopedia in seguito a fratture di collo femore queste cifre non possono passare inosservate.
L’ANIO si è sempre occupata di tutelare i malati affetti da infezioni ossee ed articolari, cercando di stimolare le istituzioni a tutte le possibili collaborazioni per ridurre il numero di eventi avversi, che accadono ogni giorno per complicanze ortopediche.

Nel 2009 sempre ANIO ha ascritto al Ministero della Salute il dato censito in tutta Italia dei 28.000 nuovi malati che ogni anno contraggono un’infezione ossea ( Diabetici, incidenti stradali con fratture esposte, intolleranze ai metalli, osteomieliti causate per inefficienza delle strutture ospedaliere, negligenza del professionista , infortuni sul lavoro, protesi di anca e ginocchio). La Sicilia è sempre risultata come fanalino di coda a tutti i livelli, non certo per la qualità dei servizi, in quanto mancano gli ortopedici capaci, ma solo perché non vi sono delle corrette linee guida, un rigido monitoraggio delle procedure, un corretto adeguamento agli standard richiesti dal Ministero e dall’Age.Na.s..

Nel 2010 un monitoraggio ristretto solamente alla provincia di Palermo, resosi necessario per l’eccessivo numero di amputazioni, ha dimostrato che su 90 casi di pre-ricovero per amputazione d’arto in gangrena, solo 8 venivano trattati con la resezione dell’arto o del setto anatomico infetto, il restante grazie ad ANIO veniva trattato sempre a Palermo, da medici provenienti da centri altamente specializzati che operano in rete con ANIO, i quali offrono gratuitamente (grazie ad una convenzione con l’associazione) le second opinion, le indicazioni cliniche specialistiche, lavorando con spirito etico e con l’intermedicalità richiesta in un caso di infezione ossea il risparmio per l’economia sociale che ne è scaturito non ha precedenti.

Il costo unitario del management del piede diabetico che non richiede amputazione è di 4.732€ quando si ricorre all’amputazione i costi arrivano a 31.802€.

Nel 2011 si è fatto un focus degli infortuni sul lavoro, dei numeri censiti e i costi ( 450.0000 euro per singolo caso). Per i soggetti con un infezione ossea, sempre ANIO ha proposto all’INAIL di attivare una linea comune di prevenzione e le due organizzazioni, hanno convenuto di cofinanziato il “progetto ARACNE” . Tale progetto è stato presentato come contributo alla soluzione, per ottimizzare il sistema, collaborando unitamente al Ministero della salute e all’AgeNas. Superfluo ostentare quale sforzo immane è stata per una associazione di volontariato che ha finanziato il 50% del progetto pari a 116.000 euro, censendo le carenze formative e rilevando una fotografia dei 20190 operatori della sanità pubblica e i 4.300 del privato convenzionato. Il progetto da qualche mese è fermo, in quanto l’assessorato è latitante, dovendo solamente svolgere l’ultima parte del progetto, con la formazione dei propri operatori, rischiando di vanificare l’importante impegno economico che ANIO e INAIL hanno offerto per dare una risposta al problema e l’eccezionale lavoro che lo stesso Ministero ha stimato e monitorato per farne buona pratica per tutte le altre regioni d’Italia.

Con l’ultima G.U. lo stesso assessorato ha deciso di tagliare del 50% i farmaci per il diabete e per l’osteoporosi, già replicata dalla stessa ANIO e dalle associazioni del diabete che coalizzate all’ente nazionale ne hanno chiesto il ritiro immediato. ( vedi allegato)

Non si può pensare di fare economia con queste manovre che triplicano i costi di ogni singolo trattamento e hanno come risultato un maggiore numero di morti ai 500 già censiti, e costi sociali che risultano talmente alti da non potersi stimare.

Anio e le associazioni ad essa affiliate vogliono un tavolo di lavoro istituito dal Prefetto, le promesse di Penelope hanno stancato, e non si può giocare sulla pelle della gente. La regione si deve impegnare con il Prefetto a provvedimenti restrittivi e punitivi per porre fine a questa indecenza. Non si può pensare di combattere la criminalità con impegno di risorse pubbliche e poi si fanno più morti di qualsiasi altro fenomeno, senza che si muova un dito per migliorare la situazione palese e sconcertante, afferma il segretario nazionale dell’ANIO – Girolamo Calsabianca -. La tabella che alleghiamo appresso denuncia una fotografia da brivido. Le percentuali sono il doppio dei morti per infarto ed ischemia. Nel 2010 ANIO aveva proposto alla regione di avviare un tavolo di lavoro, che fu informalmente istituito con i presidenti delle società scientifiche di Ortopedia e delle altre categorie cliniche interessate il contributo dato disegnava le linee guida da attuare per fare una rete di ortopedia seria e funzionale, ma come tutte le cose fatte bene , e a costo zero, sono state messe da parte( il decreto scritto e definito è stato sicuramente cestinato) ma si è fatto di meglio: la regione ha investito 24 milioni di euro, per fare un accordo con il Rizzoli di Bologna,ritenuta un offesa alle maestranze regionali che non hanno nulla da invidiare alle eccellenze emiliane, ma che non vengo messe in condizioni di lavorare con le stesse tecnologie e innovazioni, perché troppo costose.

Ogni anno per l’ortopedia la regione spende 37 MILIONI di euro e di questi 14 Milioni sono DRG di fuga. Per fare economia da diverso tempo la stessa regione si sta facendo carico sulla coscienza delle conseguenze che causa, negando anche i rimborsi delle spese residuali, per chi non trovando risposte in regione chiede di andare in altre strutture in alto Italia. Quest’ultimo punto lo affronteremo con i diretti responsabili ( dirigente regionale ), presto d’innanzi ad un tribunale Penale, per i danni che sta causando ai malati d’infezioni ossee, a cui vengono indicate strutture regionali, che non sono centri d’eccellenza, ma la regione invia i malati, negando il rimborso per lo spostamento fuori regione. Il danno sociale il maggiore costo del trattamento lo lasciamo conteggiare al TAR e alla Corte dei Conti con la loro singola efficienza.

Vogliamo un impegno scritto e firmato dal governo siciliano, e chiederemo al Ministro della Salute di porre ristrettezze sulle agibilità economiche per la sanita se il fenomeno delle morti in infezioni ossee e per fratture non viene drasticamente ridotto.

Vedi Tabelle

Il Segretario Nazionale ANIO
Girolamo Calsabianca

di Redazione

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