Gli errori sanitari costano caro alla Sanità Pubblica

I danni causati dagli errori medici impongono un notevole impegno non solo finanziario per essere affrontato. Le problematiche mediche non hanno trovato risoluzione con la legge Balduzzi, complicando una situazione già complessa. I tribunali, così sono chiamati a mediare e a decidere su un mondo in profonda evoluzione

Lo sviluppo della tecnologia e il miglioramento delle procedure mediche hanno permesso di salvare innumerevoli vite nel corso dei decenni. Tuttavia, un effetto paradossale è che hanno permesso di far emergere errori del personale medico, mostrando i limiti della loro preparazione. Così, si è assistito aun’involuzione, dove il medico da figura riverita è divenuto una preda ambita per avvocati, per cittadini disperati o avidi e per le compagnie assicurative. I medici non sono rimasti a guardare e molti hanno sviluppato la c.d. “Medicina difensiva”.

I professionisti, in pratica, prescrivono esami, analisi e medicinali superflui, pur di garantirsi legalmente da eventuali errori, dimostrando di aver fatto l’impossibile per individuare eventuali complicanze. Questo comportamento, però, costa annualmente alle finanze pubbliche italiane 13,5 miliardi di euro e non impedisce la valanga di esposti e cause contro i medici. Il totale dei contenziosi in area medica, contro Asl e singoli professionisti, è, infatti, cresciuto, dal 1994, del 255%, arrivando a superare la soglia dei 34 mila.

La stima del numero di sinistri segnalatidalle imprese di assicurazione italiane nel 2009 è statodi oltre 34.035, di cui due terzi relativi a polizze stipulate dalle strutture sanitarie.Secondo questi dati, si scopre che ad aumentare è sia il numero delle denunce contro i singoli professionisti (12.559 contro 11.851 dell’anno precedente) sia contro le Asl (21.476 contro 17.746 del 2008).Si tratta di una crescita notevole, accompagnata da quella parallela dei premi assicurativi pagati da Asl e medici, passati dai 35 milioni del ’94 ai 485 milioni del 2009.

Di questi, circa il 60% è riferito a polizze stipulate dalle strutture sanitarie e il restante 40% concerne contratti stipulati dai professionisti sanitari. Il tasso annuo di crescita dei premi complessivi negli ultimi 10 anni rilevati (1999-2009) si attesta al 12,5%.Su 35.681 procedimenti di 54 Procure, 586 sono riferiti a medici, 240 risultano conclusi, di cui il 98,8% con una archiviazione, due con una condanna e uno con un’assoluzione.La quota di archiviazioni sul totale dei procedimenti avviati a carico del personale sanitario è del 40,4%.

Queste questioni, di recente, sono state al centro di un convegno, organizzato dall’A.giu.s, Associazione giuristi siciliani, dalla D.BI editore, azienda leader nel campo della scienza giuridica, e dall’Anio, l’Associazione nazionale Infezioni Osteo-articolari. Il meeting si è tenuto a Palermo a Palazzo dei Normanni nella prestigiosa Sala Gialla ed ha trattato anche le novità normative emerse di recente.

La legge Balduzzi, infatti, nata dalla conversione del precedente decreto-legge n. 158 del 2012, mira a evitare i contenziosi legali che stanno imponendo costi economici non facili da gestire. In questo senso, l’articolo 3 della legge assicura le linee-guida come unico strumento infallibile che, se seguite, impediscono i ricorsi legali per colpa lieve. Tuttavia, le responsabilità civili degli errori da parte dei medici sono ancora riconosciuti, creando un controsenso giuridico.

Non solo, ma il legislatoreha dimenticato che si tratta pur sempre di precetti e di consigli sulla migliore procedura da adottare. Tali procedure, però, non sempresonovalide per tutti i casi, perciò il medico non è esonerato dalle sue responsabilità. Inoltre, la salute dei pazienti non può essere sacrificata per mere ragioni economiche come già ha sentenziato la Cassazione. Il giudice cui sono affidati i casi, quindi, sarà chiamato a decidere la validità di una procedura medica, mediando in un settore dove manca una definizione di colpa lieve, colpa grave e atto medico. I problemi, quindi, non sono ancora risolti, anzi il quadro si è complicato in un mondo dove i cambiamenti sono costanti.

di Redazione

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