obesità
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Una nuova politica socio-sanitaria anti-obesità

In questo momento, in Italia circa il 44% della popolazione adulta risulta essere sovrappeso o obesa. Le regioni meridionali hanno una prevalenza più elevata, il 28,7% rispetto a quelle del nord.
In Sicilia, oltre tre milioni di individui soffrono di gravi problemi di peso.
Studi scientifici ormai ampiamente validati, ma che partono dalle ricerche di Ancel Keys, hanno evidenziato che ad alcuni alimenti che compongono la Dieta Mediterranea è associata una significativa riduzione della mortalità complessiva. Si ricordano, a questo proposito, la riduzione del rischio cardiovascolare, delle neoplasie, del rischio cerebrovascolare, così che l’uso di questi prodotti, unito a sani principi di educazione sanitaria, è in grado di combattere l’obesità.
Molti di questi alimenti sono presenti nella produzione agroalimentare siciliana. Partendo da questi dati epidemiologici e dalle evidenze scientifiche, è nato il Progetto Fed (Formazione, educazione, dieta) promosso dall’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia e coordinato dal Servizio Promozione della Salute dello stesso Assessorato con la supervisione scientifica di un Tavolo Tecnico.
Attualmente in Sicilia si conducono numerose iniziative volte a promuovere la corretta alimentazione che spesso però risultano sovrapposte a causa della mancanza di un coordinamento.
Di qui la necessità di costituire una cabina di regia regionale in grado di programmare e coordinare, su tutto il territorio regionale, le molteplici iniziative di promozione di una corretta alimentazione a partire dalla centralità della dieta tradizionale siciliana. Frutto della collaborazione tra area sanitaria, scolastica e agroalimentare il progetto tende a diffondere capillarmente in Sicilia i principi di un’educazione alimentare sana e sostenibile. Il progetto FED si propone di migliorare la salute dei cittadini, modificando comportamenti e stili di vita inadeguati che favoriscono l’insorgere di malattie cronico- degenerative di elevata rilevanza epidemiologica e di grande impatto socioeconomico. Per questo è necessaria la creazione di una rete di collaborazione tra tutti i soggetti, istituzionali e non (associazioni di genitori, istituti scolastici, consorzi di tutela, associazioni di categoria, ecc..), per trasmettere messaggi univoci e condivisi dalla letteratura scientifica. Tali conoscenze e competenze saranno trasmesse con uniformità di linguaggio e di misure, attraverso un sistema di Reti Integrate Territoriali, allo scopo di garantire una formazione efficace, in grado di produrre un cambiamento culturale e di indurre un miglioramento nei comportamenti alimentari nella popolazione.Tuttavia, tutto questo non basta, occorrerà organizzare anche le strutture sanitarie volte a prevenire, e ove necessario curare, l’attuale notevole numero di pazienti affetti da problemi sanitari legati alla scorretta alimentazione. Per questo occorre mirare anche alla costituzione di una organizzazione territoriale delle Unità Operative di Nutrizione clinica.
Le ASP da alcuni anni si muovono secondo un’organizzazione di gestione integrata tra tutti gli attori coinvolti nell’iter di cura del paziente (MMG, Specialista ambulatoriale, Infermiere e Sportello dedicato paziente cronico). Il fine è di porre in essere piani di miglioramento del sistema sanitario sia in termini di appropriatezza, tempestività ed economicità, sia di personalizzazione dell’offerta di assistenza sanitaria erogata.  Pertanto, partendo dall’esperienza maturata sulla gestione integrata per le patologie croniche, è necessario ampliare l’offerta sanitaria a favore della prevenzione dei fattori di rischio comportamentali (sedentarietà, fumo, errori dell’alimentazione) e cura dell’obesità. Tutto questo sta accanto ai programmi di prevenzione primaria e formazione cui il FED fa riferimento. Tale idea progettuale dovrà avvalersi sia del contributo degli attori già coinvolti nelle azioni della Gestione Integrata, sia costituendo nuove ed funzionali U.O. di Nutrizione Clinica, oggi colpevolmente carenti in Sicilia. In questo modo si otterrà il potenziamento di una visione multi professionale e multidimensionale alla prevenzione e cura obesità e delle patologie ad essa correlate. Inoltre bassi livelli di attività fisica nell’infanzia e/o nell’adolescenza possono anche influenzare la salute e la qualità della vita in età adulta, aumentando il rischio d’insorgenza di patologie croniche. L’invecchiamento della popolazione e quindi la transizione epidemiologica dalla patologia acuta a quella cronica degenerativa pongono l’imperativo di una politica sanitaria che da un lato tenda ad un guadagno di salute per i cittadini e dall’altro ad un risparmio di spesa per il sistema sanitario. Questo è prevedibile per una riduzione di accessi ospedalieri e prestazioni sanitarie di cura nonché per un ridotto consumo dei farmaci.
Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

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