Il concetto di salute, che è definito dall’OMS come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità, ma sottende la visione della persona come un’unità soma-psiche inscindibile.

Diagnosi di un tumore nella donna, uno Shock difficile da affrontare da sole

Il concetto di salute, che è definito dall’OMS come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità, ma sottende la visione della persona come un’unità soma-psiche inscindibile. Infatti, nell’affrontare la malattia, ciò diviene ancora più rilevante e richiede in ambito sanitario un approccio globale al paziente. È inconcepibile, quindi, che in qualunque unità operativa di oncologia non vi sia la figura di uno psicologo specializzato in equipe, ed è proprio in questo contesto clinico-scientifico che si esprime la psicooncologia. Questa disciplina analizza e indaga sia l’impatto psicologico e sociale della malattia sul paziente, sulla sua famiglia e sull’equipe curante, sia il ruolo dei fattori psicologici e comportamentali nella prevenzione, nella diagnosi precoce e nella cura delle neoplasie. L’impatto psicologico della diagnosi di cancro al seno è così devastante che in alcuni casi si può configurare anch’esso come una psicopatologia che produce conseguenze spesso a lungo termine. Tali conseguenze richiedono trattamenti riabilitativi specifici sul piano terapeutico e, in modo particolare, pongono l’attenzione sul “disturbo dell’adattamento”. Questo disturbo si manifesta con sintomi propri dell’ansia e della depressione ed è la conseguenza della situazione di stress molto elevata che si protrae nel tempo. La donna, alla quale è comunicata la diagnosi di tumore, è costretta ad affrontare un periodo difficile più o meno lungo destinato all’iter diagnostico prima e alle terapie dopo, considerando l’intervento chirurgico e le successive fasi delle terapie farmacologiche o radianti. Durante questo periodo si trova a fare i conti con un evento inatteso che improvvisamente trasforma la sua vita e sconvolge gli equilibri. Il trattamento chirurgico del tumore al seno, anche se conservativo, è per la donna un’esperienza molto difficile da accettare, perché comporta comunque un vero e proprio “lutto” psicologico. Il seno è il simbolo della femminilità, e qualunque intervento che ne modifichi l’aspetto incide sulla percezione che la donna ha di sé, con evidenti ricadute anche sul piano psicologico. La donna in queste circostanze può sperimentare di dover affrontare, oltre la paura di morire e di soffrire, anche di perdere la propria femminilità. Questo evidenzia quanto sia importante poter recuperare l’immagine corporea che l’intervento, anche il meno demolitivo, ha danneggiato. Perciò se ci si pone la domanda di cosa significhi essere ancora una donna dopo il tumore al seno, occorre valutare quanto peso rappresenti il seno nella valutazione della propria femminilità. Quando sono colpiti gli organi legati alla sfera sessuale come il seno o alla riproduttivà come l’utero, improvvisamente si trova a dover gestire non solo la paura della malattia ma l’inadeguatezza personale e sociale che lasciano inevitabilmente conseguenze sull’integrità corporea, sull’ identità femminile e sulla sfera sessuale. La malattia spaventa e disorienta soprattutto il pensiero dei trattamenti necessari alla guarigione, e ciò comporta una macchia all’immagine sociale e la conseguente etichetta di “malata”.
Il cancro inizia lentamente ad essere il “terzo elemento perturbante” dell’equilibrio dell’essere donna, madre, moglie, amante e lavoratrice. L’identità femminile ferita dal tumore al seno provoca sentimenti di vergogna, di inadeguatezza, di perdita di autostima, di sfiducia nel futuro e nella sua progettualità. Un supporto psicologico e di sostegno tra donne che condividono le stesse ferite può diventare un punto di forza ed una marcia in più per ricominciare. Non a caso, le donne che aderiscono a gruppi di sostegno non si sentono più sole nella frustrazione, nella rabbia e possono con-dividere gli stessi sentimenti ed emozioni che sono stati elementi perturbanti della loro vita.
Il cancro diventa il comune denominatore di tante donne che sono state ferite, ma che a vicenda rimarginano le loro ferite.
Citando una frase del celebre oncologo Umberto Veronesi, “Non è difficile togliere un tumore dal seno di una donna. Il difficile è toglierlo dalla testa”. In conclusione, giovedì 25 giugno dalle ore 9,00 alle ore 13,30 presso la galleria di arte moderna di Palermo, gli operatori sanitari specializzati informeranno la comunità delle nuove tecniche conservative sul cancro al seno e della figura imprescindibile dello psicologo, all’interno di qualunque piano sanitario assistenziale nelle neoplasie.

Dott.ssa Valeria Sorrentino Dott.ssa Giada Prestianni
Psicologhe

di Redazione

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