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La povertà educativa un problema nel problema

La povertà educativa, cioè la mancanza delle competenze necessarie per uno sviluppo adeguato, è una mina innescata sul futuro di milioni di bambini e di adolescenti italiani. Quasi il 25% dei quindicenni è sotto la soglia minima di competenze in matematica e quasi 1 su 5 in lettura, percentuale che raggiunge rispettivamente il 36% e il 29% fra gli adolescenti che vivono in famiglie con un basso livello socio-economico e culturale. Sono notevoli le carenze di servizi e d’opportunità formative scolastiche ed extrascolastiche. Il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 64% dei minori non accede ad una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali. Così, il 48,4% dei minori tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro nel 2014, mentre il 45,5% non ha svolto alcuna attività sportiva.
Un nuovo macigno cade sula situazione educativa in Italia, ben evidenziato dal nuovo Rapporto di Save the Children “Illuminiamo il Futuro 2030 – Obiettivi per liberare i bambini dalla Povertà Educativa, diffuso di recente, nell’ambito della Campagna “Illuminiamo il Futuro”, partita nel 2014 per sensibilizzare le istituzioni e contrastare il fenomeno. Lo studio fornisce informazioni inedite e mira a 3 Obiettivi, ì, elaborati con il contributo di un Comitato Scientifico. La finalità è di eliminare entro il 2030 in Italia la povertà economica ed educativa, sull’esempio dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibili indicati dalle Nazioni Unite. Gli obiettivi sono che tutti i minori devono poter apprendere, sperimentare, sviluppare capacità, talenti e aspirazioni, che tutti i minori devono poter avere accesso all’offerta educativa di qualità e che occorre eliminare la povertà minorile per favorire la crescita educativa. Ogni obiettivo mira all’individuazione di target specifici e obiettivi intermedi. Perciò, Save the Children invita ad un’azione immediata tutti gli attori e istituzioni impegnati nella tutela dell’infanzia nel nostro paese e presenta una serie di proposte specifiche Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children, ha dichiarato: “I dati che emergono dalle nostre elaborazioni rivelano un fenomeno allarmante: in Italia, una parte troppo ampia degli adolescenti è priva di quelle competenze necessarie per crescere e farsi strada nella vita. La povertà educativa risulta più intensa nelle fasce di popolazione più disagiate, non dimentichiamo che in Italia più di 1 minore su 10 vive in condizioni di povertà estrema e aggrava e consolida, come in un circolo vizioso, le condizioni di svantaggio e di impoverimento già presenti nel nucleo familiare. È per questo che abbiamo deciso di affrontare la sfida e ci siamo dati 3 grandi obiettivi sui quali impegnarci in prima persona, chiamando all’azione tutte le forze sociali e istituzionali che operano a tutela dell’infanzia per restituire un futuro ai giovani”. A Sud e nelle isole, la percentuale di adolescenti che non consegue le competenze minime in matematica e lettura raggiunge rispettivamente il 44,2% e il 42%, con un picco estremo in Calabria (46% e 37%). Riguardo al genere, le disuguaglianze colpiscono in modo particolare le ragazze per la matematica, mentre i ragazzi sono meno competenti in lettura. Le ragazze e i ragazzi meridionali, a loro volta, sono maggiormente svantaggiati sia in matematica sia in lettura rispetto ai coetanei settentrionali. La percentuale delle ragazze che non raggiungono le competenze minime in matematica è del 32% al Sud, il doppio delle coetanee del Nord (16%) e la stessa differenza percentuale si riscontra per i maschi meridionali (28%) e i loro coetanei settentrionali (14%). Differenze di genere emergono anche per le attività ricreative e culturali, dove il 51% delle minori tra i 6 e i 16 anni non ha fatto sport in modo continuativo contro il 40% dei maschi, mentre questi ultimi fanno poche attività culturali e navigano meno su Internet. Un altro fattore della povertà educativa è l’origine migrante dei genitori, per cui tra i ragazzi migranti di prima generazione il 41% non raggiunge i livelli minimi di competenze in matematica e lettura, incidenza che cala al 31% in matematica e al 29% in lettura per quelli di seconda generazione.
Per ognuno dei 3 Obiettivi, Save the Children indica dei target precisi per la progressiva riduzione delle differenze a livello regionale. Così, per quanto riguarda il primo obiettivo (apprendimento e sviluppo), entro il 2030 tutti i ragazzi di 15 anni dovranno raggiungere le competenze necessarie in matematica e lettura.
Poi, il tasso di dispersione scolastica, adesso al 15%, dovrà scendere sotto il 5% e tutti i minori dovranno svolgere in un anno almeno 4 attività culturali e sportive sulle 7 indicate come andare almeno una volta a teatro, musei o mostre, monumenti o siti archeologici o fare sport in modo continuativo. Riguardo al secondo obiettivo (offerta educativa), entro il 2030 la differenza della copertura pubblica dei servizi educativi per l’infanzia tra le regioni, ora al 25%, non dovrà superare il 10%. Tutte le classi della scuola primaria e secondaria dovranno offrire il tempo pieno e attività extracurricolari e garantire un servizio mensa di qualità e gratuito per i minori in povertà (oggi assente nel 40% delle scuole). Infine, tutti gli alunni dovranno essere accolti in infrastrutture adeguate per l’apprendimento e dotate di connessione a Internet veloce, oggi assente nel 28% delle scuole. Tuttavia, come previsto dal terzo obiettivo (eliminare la povertà minorile) entro il 2030, il tasso di povertà assoluta dei minori, adesso al 13,8%, dovrà essere azzerato, con l’impegno di dimezzarlo entro il 2020.

Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

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