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Cambiamo i nostri stili di vita. Una sfida per vivere al meglio il futuro

Il rispetto dell’ambiente non può essere una chimera che possa essere caricata sulle spalle del prossimo. Così Legambiente sta promuovendo una campagna sui cambiamenti degli stili di vita e decine di buone pratiche e azioni. In questo modo, vuole dimostrare che per vivere in modo sostenibile è facile e conveniente, organizzando a questo scopo un Convegno su questi temi, intitolato “Cambiare è facile e conveniente”. Le buone pratiche e le azioni per il vivere sostenibile sono decine. Queste vanno dalla Social innovation per la mobilità quotidiana, alla compostiera anerobica per azzerare i rifiuti a casa, dall’autoproduzione negli orti urbani condivisi alle iniziative per ridurre lo spreco alimentare. A queste forme vanno aggiunte la realizzazione della lombrocompostiera, le soluzioni per il risparmio idrico e i gruppi di acquisto ecosostenibili. A queste azioni, si uniscono gli interventi programmati, come il bike messanger, il servizio di recapito posta esclusivamente in bicicletta e il car sharing, il servizio pubblico di auto in condivisione. L’obiettivo della campagna Cambio con Stile è di creare delle comunità di cambiamento formato da cittadini informati, propositivi e attivi che investono per realizzare azioni sostenibili e solidali che riducano l’impatto ambientale e che facciano risparmiare denaro. Il cambiamento degli stili di vita è una condizione imprescindibile per dare una risposta alla crisi economica e ambientale, che sostenga beni e servizi alimentando la produzione, il lavoro e un’economia capace di futuro duraturo e sostenibile. Secondo il sito viviconstile.org, ogni italiano, in media, emette ogni anno poco meno di 12 tonnellate di CO2 a testa, per un totale di circa 500 milioni di tonnellate all’anno di Co2 di origine fossile. Si tratta dei consumi complessivi dei servizi pubblici (ad esempio scuola, sanità), delle infrastrutture (strade, territorio) e delle spese statali (esercito, ministeri). È chiaro che la nostra salute, a cominciare dai polmoni, non ne risentono positivamente. Eliminiamo dalle nostre case almeno 350 kg l’anno a testa, ma la raccolta differenziata è ferma al 20%, quando dovrebbe arrivare al 65%, secondo la normativa Ue. Si tratta di rifiuti che ammontano in media a un chilo e mezzo o due a testa la settimana, per circa il 40% del rifiuto indifferenziato che si produce oggi. In realtà, separando bene organico (umido) e carta, sarebbe possibile raggiungere l’obiettivo previsto. D’altronde, la carta e il cartone, raccolti e trattati con i lombrichi, permettono di produrre il compost, il fertilizzante prodotto da elementi di origine organici come appunto la carta che deriva dagli alberi. Gli stessi rifiuti umidi provenienti dai residui non consumati o scartati dei pasti consentono la creazione di compost efficace per fertilizzare i terreni. Tale possibilità sarà amplificata grazie anche all’introduzione nel mercato di elettrodomestici dedicati. I residui biologici, infatti, liberano grandi quantità di Co2 e, se non opportunamente trattati, possono, in alcuni casi, generare anche diossina. Peraltro, una proposta emersa durante il convegno è di usare questo tipo di fertilizzante per gli orti urbani, che a Palermo si vanno costituendo. Infatti, esistono già delle associazioni che hanno messo a coltura dei terreni incolti all’interno della città che possono essere coltivati biologicamente da tutti i cittadini che vi aderiscono e che possono raccogliere gli ortaggi per consumarli o venderli. Quest’operazione permette di conseguire alcuni risultati quali la responsabilizzazione diretta del cittadino e la riduzione dei prodotti trattati dai concimi chimici. La nostra salute evita così di essere messa a dura prova e il nostro sistema immunitario diminuisce le reazioni allergiche. Il car sharing, invece, è un servizio che permette di utilizzare un’automobile su prenotazione, prelevandola e riportandola in un parcheggio, dove si paga in ragione dell’utilizzo fatto. Questo servizio viene utilizzato all’interno di politiche di mobilità sostenibile, in modo da rinunciare all’automobile privata ma non alla flessibilità delle proprie esigenze di mobilità. Il car sharing si distingue dal car pooling che è l’altro sistema di mobilità oggi sempre più in auge. In questo caso, più persone viaggiano insieme nella stessa auto, che normalmente è di proprietà di uno dei viaggiatori, e dividono tra loro le spese di viaggio e di manutenzione. In questo modo, la riduzione della circolazione delle auto favorisce la diminuzione dell’inquinamento atmosferico e delle polveri sottili con gran sollievo per la nostra salute.
Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

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