stress estivo

Stress estivo, come evitarlo


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I mesi estivi, come agosto, fanno pensare ai viaggi preparati faticosamente e organizzati con la minor spesa possibile. Le città iniziano a svuotarsi anche se meno del passato e in molti sono alle prese con bagagli e biglietti. Tuttavia, il pensiero di un buon viaggio non è rilassante, per i numerosi dubbi e difficoltà che si affollano nella nostra testa. Perciò, nascono mille pensieri ansiogeni ed emergono piccole o grandi fobie che rischiano di non farci passare una bella estate come programmata. Ciò ci rende meno liberi di agire e di divertirci, accumulando stress quando dovremmo toglierne. Ciò si riflette nei nostri rapporti interpersonali, rendendoci meno collaborativi e rilassati. Tuttavia, se sono le nostre paure a dominarci, rischiamo di rinunciare a qualcosa di più importante, la nostra libertà di scelta.
Il pensiero delle vacanze ci fa sentire più rilassati e più liberi, supponendo di fare cose diverse, di muoverci, di incontrare gente nuova o nuovi amori. Purtroppo, però, accade spesso l’esatto contrario, per cui occorre evitare di incorrere in una o più delle sette paure qui descritte. La prima paura è l’ansia del nuovo e dello sconosciuto, provocata, spesso, dalla sensazione di correre dei pericoli, poiché non si trovano i punti di riferimento e le conoscenze abituali, come la stessa lingua per esempio. Perciò, alla fine si ritorna nei medesimi luoghi che si sono sempre frequentati, nonostante i progetti iniziali prevedessero, magari, un cambiamento. La seconda paura è quella della perdita di controllo, per cui non si ascoltano consigli del prossimo di cui si diffida e si preferisce fare da sé secondo programmi e schemi prestabiliti e inflessibili. Tutto ciò che è diverso, anche solo come suggerimento o contrattempo, non è mai accolto positivamente, ma anzi vissuto come un’intrusione. Inoltre, questo programma porta a un percorso sterile privo di plasticità, rilassatezza e apertura alle novità che rendono una vacanza ricca e piena di sorprese. La paura di volare è l’altro convitato di pietra nell’ambito delle vacanze, anche perché si tende a non ammetterla. Chi parte e non ha questa paura genera invidia e gelosia in coloro che restano, che però rimangono soli, ripiegando nei luoghi di villeggiatura tradizionali. Invece, la paura d’incidenti per i figli, paradossalmente, si riflette sull’intero nucleo familiare, anche se si è in un villaggio attrezzato. I bambini avvertono benissimo le nostre emozioni e sentono tutta quest’ansia, per cui avranno la percezione deformata di essere in un posto insicuro, minaccioso, e diverranno irrequieti, evitando di socializzare con i coetanei. La paura per l’immagine che si ha del proprio corpo e che si vorrebbe dare all’esterno come rassicurazione per sé costituisce un’altra paura. In realtà, le persone in piena forma sono assai rare e gli insicuri tendono, comunque, a denigrare il proprio aspetto. La vacanza rischia di essere considerata in modo negativo, fonte di disagio e vergogna in particolare quando si va nelle località balneari. Le persone rinunciano alle loro passioni, come prendere il sole, nuotare o tuffarsi. Scelgono mete diverse, che andrebbero anche bene come alternativa se rappresentassero i loro desideri, poiché si vuole evitare di mostrare al mondo il corpo denigrato. Se invece non si rinuncia, si cerca di mascherare in ogni modo il proprio corpo imperfetto, rendendo la vacanza un calvario esso stesso per sé e per chi sta accanto alla persona in disagio. Un’atra paura più recente riguarda la possibilità di restare senza collegamento paura comune a tutte le età, in particolare nelle fasce giovanili. Postare sui social che frequentano, permette ai giovani di caricare aspetti della propria vita condividendoli con gli amici. Le foto, i video e i commenti stanno divenendo per loro l’unico modo di esistere, tanto che si preferisce dialogare a distanza con messaggi e post, anche quando si è a pochi passi. Perdere la connessione significa restare tagliati fuori dal proprio pubblico e essere soli con la conseguente sensazione di vuoto e solitudine. Avendo creato un mondo semi virtuale di contatti, dove si è costruita un’identità che si ritiene migliore, indica diverse problematiche sociali e crea una dipendenza dal virtuale che rovina le vacanze. Tuttavia, gli adulti non stanno altrettanto meglio, perché nel mondo virtuale si lavora e ci si tiene in contatto con i propri dipendenti o superiori, per cui restare fuori connessione, porta ansia, simile alla crisi di astinenza. Infine, l’ultima paura è quella generata dal timore di essere al centro di un attentato terroristico. In effetti, gli ultimi attacchi terroristici sono stati diretti verso i luoghi di svago che meglio raccolgono le persone che camminare in solitario nelle strade. È una strategia del terrore precisa che mira a creare inquietudine nella società, impoverendoci sempre più. La paura generata dagli attentati eclatanti ci sta avvolgendo, incidendo fortemente sia nelle scelte delle mete sia nei mezzi di trasporto, ma anche nella nostra libertà di scelta. Si tende a evitare aerei o treni, stazioni ed aeroporti, preferendo la macchina senza pensare che il tasso di mortalità per incidenti automobilistici supera di gran lunga quelli per incidenti aerei e ancora di più per azioni terroristiche. Oltre a questo, aumenta lo stress per l’uso dell’auto ritenuta più sicura del mezzo collettivo. Anche nel vivere la vacanza si eviteranno concerti, assembramenti, mete altamente rappresentative del nostro vivere occidentale. Se si lascia vincere così la paura, sarà quest’ultima a gestire le nostre scelte senza per questo ottenere quella sicurezza personale che pensiamo di trovare.

Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

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